L’AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO “SOCIAL” ED I RISCHI PRIVACY

Diciamo subito che essere social non significa trascorrere molto tempo a consultare contenuti sui socialnetwork, bensì condividere contenuti su queste piattaforme quindi, se da un lato sono un ottimo strumento di marketing, dall’altro possono costituire una minaccia alla normativa privacy e nello specifico del Regolamento UE 679/16.

La presenza sui socialnetwork è molto importante perché se ipotizziamo che in un condominio si renda necessaria la sostituzione dell’amministratore e venga proposto il nominativo di un sostituto, qual è la prima reazione dei condòmini? L’acquisizione del maggior numero di informazioni sul nuovo candidato, ma come avviene? La cosa più logica sarebbe quella di procedere andando a cercare le informazioni sul suo sito internet. Ma non è questo il comportamento tenuto dai più, perché la maggioranza dei condòmini lo va a cercare sui socialnetwork ed in primis su Facebook. Solo se non lo trova su questo socialnetwork non c’è nessun problema, sicuramente lo troverà su Linkedin, ed ecco che si apre una vera fonte di informazioni sul candidato.

Vediamo di conoscere meglio questi strumenti che ricoprono un ruolo di sempre maggiore importanza anche per l’attività professionale vista la loro gratuità. In ordine di uscita troviamo:

Flikr, presente dal 2002 per l’hosting di immagini e video è diventato anche una comunità per gli appassionati di fotografia;

Facebook, uscito nel 2004 è sicuramente il più famoso e diffuso, e si rivolge un po’ a tutte le fasce di età anche se negli ultimi tempi ha vissuto la perdita dei Millennial ampliando la platea dei Boomers e della Generazione X;

Youtube, uscito nel 2005 per condividere video permette la creazione di canali dedicati. È quindi possibile postare contenuti e tutorial registrati in proprio. Avendo contenuti molti ampi si rivolge a tutte le fasce di età.

Twitter, uscito nel 2006 con lo scopo di fare blogging si rivolge ad un pubblico molto vasto;

Xing, uscito nel 2006 raccoglie un po’ tutte le fasce di età, da chi cerca lavoro a chi ha invece ha bisogno di creare relazioni professionali visto che i suoi obiettivi sono proprio questi;

Vkontakte; uscito nel 2006 permette la condivisione di immagini e video è utilizzato da quasi tutte le generazioni;

Tumblr, uscito nel 2007 permette di condividere contenuti multimediali si rivolge principalmente ai Millennial e Post Millennial;

Linkedin, uscito nel 2009 con lo scopo di fare networking B2B, è un punto di incontro tra gli head hunter e chi cerca lavoro e per questo motivo è frequentato da tutte le fasce di età che sono nel mondo lavorativo o si apprestano ad entrarci;

Instagram, uscito nel 2010 inizialmente per la condivisione di foto e video è cresciuto negli ultimi anni grazie alla migrazione della fascia più giovane degli utilizzatori di Facebook ovvero i Millennial e la Generazione Z;

Pinterest, uscito nel 2010 per la condivisione di foto ha un sistema basato sul pin e bacheche. È frequentato da tutte le fasce di età;

Snapchat, uscito nel 2011 è un social di messaggistica istantanea con la caratteristica che i messaggi si autoeliminano si rivolge soprattutto ai Millennial;

Tik Tok, uscito nel 2016 con l’obiettivo di condividere video si rivolge soprattutto alla Generazione Z;

L’elenco potrebbe ancora a lungo perché sono veramente tanti.

Adesso che si ha una panoramica di questi strumenti, magari è venuta anche un po’ di voglia di farne uso, ma quanto tempo assorbirà diventare un amministratore social che deve creare post per tutti questi network? Con l’utilizzo degli strumenti giusti, meno di quello che si possa pensare.

Esistono infatti dei programmi che permettono di postare contemporaneamente su tutti i social quindi basterà eseguire questa operazione una volta sola.

Se poi si ha anche un sito internet nel quale regolarmente vengono postati regolarmente degli articoli, è bene sapere che esiste, tra le altre, una piattaforma web chiamata HootSuite che permette la pubblicazione in automatico del post anche su Facebook, Twitter, Linkedin, Pinterest e Youtube. Purtroppo, da qualche tempo a questa parte è diventata a pagamento.

Si segnalano anche Dlvr.it che permette la pubblicazione gratuita fino a due social, per i successivi invece diventa a pagamento e Buffer che permette di pubblicare contemporaneamente su Facebook, Twitter e Linkedin. Si presenta semplicemente come una estensione dei principali browser.

Chi non ha tempo o dimestichezza nell’utilizzo di questi strumenti si può rivolgere ad un professionista del settore che è il social media manager, figura che curerà l’immagine ed i contenuti studiando di volta in volta la strategia più adeguata al raggiungimento dell’obiettivo.

Che ci si muova da soli o con l’aiuto di un social media manager diventa interessante approfondire le fasce di età degli utilizzatori al fine di orientare correttamente il marketing dell’amministratore. Nell’elenco dei social di cui sopra è stata indicata la generazione dell’utilizzatore, ma se andiamo a chiedere a un teenager da chi vengono frequentati i social ci risponderà molto sinteticamente che loro usano Tik Tok, i genitori Instagram ed i nonni Facebook.

Ma quanto viene pubblicato rispetta la normativa sulla privacy? Al riguardo si espresso il Garante raccomandando infatti di pubblicare immagini o filmati di persone solo con il loro consenso e questo è importante perché le persone riprese potrebbero non voler apparire online.

Lo stesso discorso vale quando si “taggano” le persone nelle foto. Taggare significa inserire un link che permette il collegamento con la persona taggata. Farlo è semplicissimo perché è sufficiente anteporre al nominativo il simbolo della chiocciolina (che tecnicamente si chiama “at”) ed il collegamento è fatto.

Anche per i tag è fondamentale avere il consenso della persona interessata.

Bisogna però prestare molta attenzione prima di procedere alla pubblicazione perché una volta che immagini o filmati sono online, qualora venisse richiesto di rimuoverli, questi potrebbero essere ridondati su altri siti, salvati su qualche computer o diffusi rendendo così impossibile la loro completa cancellazione.

Un piccolo accorgimento da seguire è quello di selezionare chi può vedere il contenuto pubblicato sul social; infatti, quasi tutti i socialnetwork permettono di scegliere a chi saranno visibili i contenuti.

È anche possibile, nei principali socialnetwork, bloccare l’inserimento di tag con il proprio nome nelle immagini postate da altre persone.

Allo stesso tempo è possibile anche autorizzare solo determinate persone a taggare immagini o filmati col proprio nome.

Altresì è possibile richiedere l’invio di un messaggio d’avviso qualora il proprio nome venga collegato ad un’immagine o a un filmato permettendo così di approvare o di rifiutare il tag.

Attenzione anche agli smartphone perché molte applicazioni richiedono l’accesso alle foto o ai filmati salvati sul dispositivo. Sarebbe opportuno prima di autorizzarne l’accesso chiedersi e capire bene con quali finalità e scopi potrebbero essere utilizzate.